(765) Baiân, tomo I, p. 116, anni 278 e 279.
(766) Nell'originale "ministo". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]
(767) Questo fatto è riferito dal solo Nowairi, nella Conquête d'Afrique, ec., pubblicata da M. De Slane, in appendice alla Histoire des Berbères par Ibn-Khaldoun, tomo I, p. 428. Quivi, dopo il supplizio dello hâgib Ibn-Semsâma, si legge: "L'officier qui le remplaça, et qui se nommait El-Hacen-ibn-Naked, avait exercé d'autres charges, dont l'une était le gouvernement de l'île de Sicile." Ma il testo arabico veramente dice: E pose in sua vece Hasan-ibn-Nâkid, e unì in persona di costui parecchi oficii, tra i quali lo emirato di Sicilia." La frase che rendo "unì in persona di costui" non lascia luogo a dubbio; poichè si compone del verbo dhâf alla quarta forma, costruito con la preposizione ila; onde significa "aggregare, congiungere." Al par di me lo aveva interpretato M. Des Vergers, dando questo squarcio in nota a Ibn-Khaldûn, Histoire de l'Afrique et de la Sicile, p. 130. M. De Slane, ch'è padrone della lingua arabica e che spesso è necessitato a correggere le espressioni inesatte di quegli scrittori, si è ingannato nel presente caso da uomo erudito; sapendo che non si poteano esercitare a un tempo un oficio in Affrica e il governo di Sicilia. Ma in questo appunto consistea lo abuso di autorità narrato dal Nowairi, o piuttosto da alcun antico cronista ch'ei copiava. Egli è evidente che Ibrahim-ibn-Ahmed voleva accentrare l'autorità in persona del suo primo ministro; al quale dava la missione di domare la rivoluzione scoppiata in Affrica, e sempre desta in Sicilia.
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