Nello stesso diploma si ricorda la donazione del castellum Alcariæ apud Demennam. Presso Pirro, op. c., p. 383. È evidente che Demenna in entrambi i luoghi citati sia nome di provincia, poichè da Milazzo in poi non si notano più i nomi di città che sarebbero Patti, Caronía e Cefalù, ma sì il confine della provincia, il quale si sa che terminavasi a Caronía.
IX. Diploma del 1097, per lo quale il conte Ruggiero concedette certi beni al monastero di San Filippo di Demena. Questo diploma è trascritto in uno di Adelasia e del conte Ruggiero Secondo, poi re, dato l'anno 6618 (1110), che il Pirro pubblicò in latino, a p. 1027, con la data erronea del 6628. Niccolò Buscemi ha corretto quella data, stampando il testo greco con una versione italiana, nel Giornale Ecclesiastico per la Sicilia, tomo I (1832), p. 113, seg. Ma il Buscemi stampò male la voce De-Menna; poichè il tratto d'unione, come lo chiamano gli oltramontani, è segno ortografico ignoto ai Greci, e non si trova punto nell'originale, posseduto dal principe di Trabia; diploma di belli e nitidi caratteri, del quale ho depositato un fac-simile nella Biblioteca imperiale di Parigi.
X. Anno 1124. Diploma del medesimo Ruggiero Secondo, a favore di detto monastero chiamato Abbatia in valle Dæmanis. Presso Pirro, op. c., p. 1027.
XI. Anno 1131. Diploma del vescovo di Messina, che assoggetta allo archimandrita di quella città parecchi monasteri greci della diocesi; tra gli altri quello di Sanctum Barbarum in Demeno. Presso Pirro, op. c., p. 974.
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