E veramente il verbo gena ha significato di
raccogliere," e il derivato genâia vale "multa" e "tassa in generale;" come l'ha notato il Quatremère, Histoire des Sultans Mamlouks, tomo I, p. 199. Gêni significherebbe appunto collector.
(949) Gaetani, Vitæ Sanctorum Siculorum, tomo II, p. 59.
(950) Il biografo dice che morisse il 904, ottuagenario; il che significa soltanto che s'avvicinava agli ottanta.
(951) Nella versione latina si legge fuco et cerussa. Si sa che questo è il bianco di piombo; l'altra è espressione vaga. Se nel testo greco si trovasse, com'è probabile, phukos, indicherebbe il rosso cavato da una specie d'alga.
(952) Calamistrum.
(953) La leggenda attribuisce l'accusa ai principali ismaeliti; dice che fu portata al califo (ameramnem), e che contenea due rubriche, 1° dispregio del Profeta e dei suoi vaticinii; 2° "predicare una novella religione, e sostenere il figliuol di Maria coeterno e consustanziale a non so che Spirito e al padre." Or questo non mi pare nè linguaggio da Musulmani, nè invenzione del biografo. Non ostante qualche difficoltà, che sparirebbe forse se avessimo il testo greco, l'accusa sembra scritta dai fanatici della Chiesa Copta; e però la persecuzione seguita in Egitto. Alla stessa conchiusione porterebbe il fatto della liberazione ordinata dal governatore della provincia, non ostante il richiamo al califo.
(954) Cap. X, p. 411, seg.
(955) Leggasi nella biografia citata presso il Gaetani, tomo II, pag. 67, 68.
(956) Il biografo dice che Sant'Elia venne in Palermo; che, partita quinci alla volta di Reggio l'armata musulmana, ei ritenne i Reggini i quali volean fuggire; e poi che da Palermo andò a Taormina.
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