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      Cosģ nacquero le dinastie dei Taheriti in Persia, degli Aghlabiti in Affrica, dei Tolūnidi in Egitto e non poche altre. Cotesti novelli principi alla lor volta, se mandavano emiri nelle province conquistate, si trovavano rispetto a quelli nelle medesime condizioni e peggiori, che i califi verso di loro; non avendo la dignitą del pontificato, nč distinguendosi pur nel titolo dai governatori delle proprie colonie.
      Le esposte norme di dritto pubblico si osservarono in Sicilia, infino ai tempi del tiranno Ibrahim-ibn-Ahmed, e se alcuno le trasgredģ, furono i coloni pił tosto che il principe. Gli emiri dell'isola facean da sč paci e accordi e scompartivano il bottino, a quanto si puņ spigolare tra gli aridi annali musulmani; nč si trovan vestigie di comando esercitato in Sicilia dai principi d'Affrica. Il titolo dell'oficio or si legge emīr, or wāli, e, nei primordii della colonia, sāheb; la qual voce par che denotasse il fatto d'una insolita autoritą, e quasi independente, come dicemmo nel secondo Libro9. Men precisi indizii troviamo nelle monete. Tra le poche che ce ne avanzano degli Aghlabiti, due di argento portano il nome dello emiro siciliano insieme e del principe aghlabita, date di Sicilia il dugentoquattordici e il dugentoventi. Poi ne occorre una anche d'argento, del dugento trenta, ove leggonsi i simboli religiosi, il motto di casa d'Aghlab e la data di Palermo, senza nome nč dell'emiro nč del principe. In ultimo, un quarteruolo d'oro del dugentotrentatrč senza il nome della Sicilia nč del principe, ha ben quel dello emiro con la formola religiosa e il motto aghlabita.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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