La diversitą di schiatte della colonia siciliana č attestata da Teodosio monaco con parole enfatiche e pur veraci, lą dov'ei sclama adunarsi in Palermo la genķa saracenica dei quattro punti cardinali del mondo79: chč dovea trasecolare il prigion di Siracusa, passando dalla monotonia d'un capoluogo di provincia bizantina, al tumulto della crescente capitale: coloni e mercatanti viaggiatori; e, misti ai Siciliani, ai Greci, ai Longobardi, a' Giudei, Arabi, Berberi, Persiani, Tartari, Negri; chi avvolto in lunghe vesti e turbanti, chi in pellicce e chi mezzo ignudo; facce ovali, squadrate, tonde, d'ogni carnagione e profilo; barba e capelli varii di colore e di giacitura; ragunati insieme i sembianti, le fogge, le lingue, i portamenti, i costumi di tanti popoli abitatori dell'impero musulmano. I nomi di tribł ricordati nel Libro precedente, mostrano tra i coloni ambo le schiatte di Kahtān e Adnān e sopratutto la seconda80. Scendendo alle divisioni nate dopo l'islamismo, si ritrae che, oltre gli Arabi d'Affrica, ve n'ebbe di Spagna81; fors'anco di Siria, Egitto e Mesopotamia82. V'ebbe al certo la progenie dei Khorassaniti e altri Persiani passati in Affrica nello ottavo secolo; e non fu di poco momento, vedendosi primeggiare tra i Musulmani di Palermo, nelle guerre d'independenza del decimo secolo, un Rakamuwźih, nome persiano, e la potentissima famiglia dei Beni-Taberi, oriunda del Taberistān; oltrechč nel territorio di Palermo trovansi i nomi topografici di Ain-Scindi83, Balharā84, e Sįgana85; e, un po' pił discosto, quei di Menzīl-Sindi e Gebel-Sindi86, i quali tutti van riferiti alle schiatte dello estremo oriente.
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