Ma pervenute a Costantinopoli le infauste nuove di Taormina, Leone gravemente se n'accorò, scrivon le cronache musulmane; e per sette dì, ricusava di cinger la corona, dicendo non star bene ad uom tribolato. Continuano a narrare che sorgea nell'universale il generoso pensiero di aiutare i Cristiani di Sicilia; ma che lo sturbò la voce che Ibrahim si apprestasse ad andar sopra Costantinopoli; onde Leone afforzava la capitale con un esercito e pur avviava forti schiere alla volta di Sicilia182. Il vero è ch'egli volle mandar danaro in Calabria per levar gente e assoldare i feudatarii longobardi o franchi che passassero in Sicilia. Lo ricaviamo dalle memorie bizantine che si accordano con le musulmane nella esposizione dei sentimenti, se non de' fatti. Leone condannò a morte il Caramalo per la viltà o tradimento suo a Taormina; e ai preghi del patriarca di Costantinopoli, commutò il supplizio in professione monastica: strana gradazione di pene in una età in cui la vita monastica, assomigliata all'essere degli angioli, si tenea com'apice di perfezione cristiana!183 Vero altresì che si temesse a Costantinopoli l'assalto, sia d'Ibrahim stesso che minacciava di andarvi184, sia del rinnegato Leone da Tripoli di Siria; il quale con cinquantaquattro navi, armate in Siria stessa e in Egitto e rinforzate di Schiavoni, nei principii della state del novecento quattro, accennò alla capitale bizantina; fe' voltar faccia a due ammiragli; e, gittatosi sopra Tessalonica, entrovvi dopo tre giorni d'assalto il trentuno luglio185. Nell'occupazione della quale città si narra un episodio che attesta e le cure di Leone il Sapiente a favor dei Siciliani, e la scempia guisa in che si mandavano ad effetto.
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