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      Or ignorati or perseguitati, e una volta (908-932) tollerati per intervenzione dei principi dell'Asia centrale218, i Manichei dell'impero musulmano ordinarono una gerarchia occulta, la cui sede era per Io pił in Babilonia e nei tempi difficili la trasportavano ove poteano219.
      Surse anche sotto i Sassanidi Mazdak220, sacerdote e teologo di scuola manichea; il quale, speculando novitą su la teoria socialista del maestro, talmente la allargņ, che ne venne a bandire il comunismo dei beni e delle donne e la licenza di soddisfare a ogni desiderio che non nuocesse alla persona altrui: esortando, del resto, i proseliti alla beneficenza, all'ospitalitą, ad astenersi dall'uccisione e afflizione corporale degli uomini e fin degli animali. Per trent'anni (498-531 ) Mazdak sconvolgea l'ordine costituito in Persia: e. arrivņ a impadronirsi della autoritą pubblica e mettere in pratica alcuna di sue dottrine; finchč il principato e la nobiltą, uniti insieme, lo spensero con uno spaventevole eccidio de' seguaci221. Le teorie, che sopravvissero, divamparon di nuovo, due secoli appresso, in quelle medesime regioni signoreggiate ormai dai Musulmani.
      Perchč le sčtte dell'antica religione dei Persiani, incoraggiate dall'antagonismo nazionale contro i vincitori, tentarono una serie di movimenti religiosi a insieme politici e sociali; nei quali apparisce sovente il lavoro di societą segrete, e sempre vi primeggia la superstizione indiana dell'ipostasi. Volle dapprima un Khawāf, verso la metą dell'ottavo secolo, innestare il manicheismo sull'islam; e, denunziato, com'e' pare, da una setta rivale, fu messo a morte dal governatore musulmano a Nisapūr: se non che i suoi proseliti lo vider salire in cielo sopra un bel cavallo baio dorato, e lungamente poi aspettarono che tornasse gił a far vendetta222. Nel medesimo anno o poco innanzi, Abu-Moslim223, anch'egli del Khorassān, metteva in trono gli Abbassidi con una cospirazione, tramata sotto forme di societą segreta: il quale ucciso poi a tradimento dagli Abbassidi (754), moltissimi uomini del Khorāssan lo tennero non morto nč mortale; e formarono un novello ramo di setta Mazdakiana, che fa detto degli Abumuslimiti224. Un altro ramo si chiamņ dei Rawendi; i quali pensarono adorar come iddio il califo abbassida Mansūr (758), ed egli molti ne imprigionņ; gli altri apertamente sollevaronsi contro il nuovo lor nume225. Non andņ guari che Mokanna, come l'appellarono gli Arabi dall'uso di andar coperto d'una maschera di metallo, spacciava in Khorassān che lo spirito di Dio, trasmigrando di profeta in profeta, e, poc'anzi, in persona d'Abu-Moslim, fosse venuto per ultimo ad albergare in lui; e raggirava i proseliti con tiri da saltimbanco; accendeali di fanatismo; resisteva alle armi del califo; ridotto allo stremo in una fortezza (776), dava la morte a sč e ai compagni226. Le quali repressioni non interruppero la propaganda occulta di tutte queste sčtte del magismo, dei Zindīk, come furono detti, con voce generica che credesi derivata dal noto nome di Zend.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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