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      Mehdi, di casa abbassida, fieramente li perseguitava (784-785); istituiva contro di essi un magistrato speciale detto il Preposto degli Zindīk227, e, nell'atto di mandarne alcuno al supplizio, esortava il figliuolo Hadi a continuare la proscrizione, succedendogli nel califato, per essere i Zindīk, com'ei diceva, Manichei, scellerati che vietavano di mangiar carne, viveano in ippocrita astinenza, credeano a due principii Luce e Tenebre, praticavano schife abluzioni, permetteano il matrimonio con le figliuole e sorelle, e andavano rubando i bambini altrui per educarli al culto della Luce228. Il poeta Besciār-ibn-Bord, cieco e vecchio di novant'anni, era stato messo a morte da Mehdi (782) nella medesima persecuzione, la crudeltą della quale par consigliata da sospetto di Stato, pił che da fanatismo religioso229. Poi un Giān dewān230 aspirņ agli onori divini; tenne la fortezza di Bedsds231 nell'Aderbaigiān; ebbevi adoratori e soldati; e spianņ la via a Babek oriundo di Medāin, assai pił terribile impostore. Perchč alla morte di Giān dewān, la moglie attestava ai partigiani aver visto raccogliere dal giovane Babek il soffio divino reso dal moribondo; ed essi, avendo mestieri d'un capo, credean queste e tante altre favole. Babek seguģ necessariamente i dommi della trasmigrazion delle anime e della divinitą dei ciurmadori antecedenti; seguģ le dottrine comuniste di Mazdak, trascorrendo sino all'incesto; ma a quel vergognoso epicureismo aggiunse i furori dei Khāregi, il dovere di far guerra, la licenza di commettere guasti, rapine, omicidii sopra i seguaci d'altre credenze.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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