Presala in mano, raffiguratala, il parricida balzņ di gioia; fe' spezzare le porte della prigione; assembrare i grandi di casa aghlabita; i quali sospettando, o no, il vero, per paura degli stanziali, o perchč la virtł di Abd-Allah lor fosse stata anco molesta, giurarono fedeltą al successore. A cancellar sue proprie vestigia, questi fece scannare immantinente i tre sicarii, e appendere i cadaveri al patibolo.
Pria che si risapesse il misfatto, Ziadet-Allah scrivea col suggello del padre ad Ahwāl di venir subito a Tunis; il quale senza sospetto, lasciņ lo esercito, e per via fu preso e morto. Uccisi al paro da trenta, tra fratelli, zii e cugini del novello tiranno, in un isolotto248 ove li mandņ sotto colore di rilegazione; dato lo scambio a' primarii magistrati; gratificati con largo donativo gli oficiali pubblici. Del rimanente, non curando se lo Stato andasse bene o male, Ziadet-Allah ripassava dal sangue nel fango: regnava sette anni trescando con sicarii, giullari, beoni, concubine e giovani svergognati; arrivava a far batter moneta col nome del paggio Khattāb; e quando avea mala nuova della guerra sciita, diceva al coppiere: "Mescimi; e anneghiamola in questa tazza."249
Abu-Abd-Allah intanto conquistava l'Affrica. Nel regno d'Ibrahim-ibn-Ahmed avea soggiogato qualche popolazione agricola (901) e combattuto una tribł guerriera della nazione stessa de' Kotāmii. Venuto alla prova contro gli eserciti aghlabiti al tempo d'Abd-Allah, il ribelle or vinse or fu vinto; e n'avea la peggio, quando Ziadet-Allah lo cavņ di briga col parricidio e il fratricidio (903). Poscia, tra le vicende della guerra, salģ pur sempre la parte sciita.
| |
Abd-Allah Ziadet-Allah Ahwāl Tunis Stato Ziadet-Allah Khattāb Affrica Ibrahim-ibn-Ahmed Kotāmii Abd-Allah Ziadet-Allah Allah Allah Allah Ahmed Allah Allah
|