Ai capi berberi di Kotâma richiese il giuramento di fedeltà "per la Verità di chi intenda i misteri:" al qual gergo ismaeliano erano avvezzi, e passò. Ma la schiatta arabica vide con orrore seder pro tribunali a Rakkâda una mano di dâ'î preseduti dallo Scerif, più alto dignitario, i quali, chiamavano i cittadini per affiliarli alla setta con lusinghe, poi con minacce; e mandavano in carcere i ricusanti; e quattromila ne furono uccisi, per comando del principe o brutalità dei satelliti kotamii. Contuttociò i proseliti arabi si contarono a dito. Il Mehdi, necessitato alfine a smetter la violenza, riempì le logge ismaeliane come potea259. Fallì lo scopo d'imbeccare alle moltitudini quella sua ipostasi, onde avrebbe regnato con doppio comando, di re e d'Iddio. Trapiantata poi la sede in Egitto, i successori rincalzarono la propaganda: il più pazzo, il più codardo, il più crudele tra i Fatemiti, l'empio Hakem-biamr-illah, arrivò per tal modo agli onori divini; e i Drusi l'adoran tuttavia.
Ma il Mehdi260, non potendo soggiogar le coscienze, assestò ogni altra cosa da uom di Stato. Prodigò facoltadi, carezze, oficii militari e civili ai Kotamii più che non avesse fatto lo Sciita; e pur non si abbandonò tutto alle milizie loro, ordinò un esercito stanziale di liberti e schiavi, parte di schiatta greca e italiana261, e parte negri. Pose diligenza e regola nell'amministrazione delle entrate pubbliche; onde fe' sentir meno il peso ed ebbe abilità di aggravarlo senza romore262. S'impossessò non solo dei beni degli Aghlabiti263, ma sì dei lasciti pii e dei patrimonii pubblici d'alcune città264; tolse le armi serbate nelle torri della costiera; abbattè i palagi fortificati degli Aghlabiti; cancellò per le castella e moschee i nomi dei principi fondatori, e scolpivvi il suo265. Oltre le novazioni che accentravano l'autorità, il Mehdi come i predecessori sedette nel Tribunal dei soprusi, e trattò dassè le faccende pubbliche266.
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