E pure, com'è capricciosa la storia, quella lega italiana, sì giusta, sì necessaria, sì felice nel successo, ebbe origine a Roma in mezzo di tanto vitupero; l'eroe della impresa fu Giovanni decimo, nato di scandalo, esaltato per doppio scandalo, sì che gli scrittori ecclesiastici te l'abbandonano.
Quando Giovanni decimo salì al pontificato (914), que' del Garigliano stavano in sul termine di passar da ladroni a conquistatori. Accozzati, come narrammo, dei Musulmani che avean guerreggiato in quelle parti al tempo di Giovanni ottavo, inaugurarono la nuova compagnia con saccheggi di monasteri: la sconfitta che toccarono in Calabria dell'ottocento ottantacinque li fiaccò328; poi è verosimile che si fossero riforniti, sotto il regno d'Ibrahim-ibn-Ahmed, di fuorusciti Affricani e sopratutto dei Siciliani del novecento. Il passaggio d'Ibrahim (902) in Calabria lor diè ardire e, credo, rinforzi; credo lor siasi raggiunta la più parte della banda d'Agropoli, il cui nome sparisce dopo la fine del nono secolo; onde, s'ei ne restò qualche drappello, stava ai soldi della repubblica napoletana329. Cresce, all'incontro, per tutte le croniche di questo tempo, lo spavento dei barbari del Garigliano, cui ci dipingono infestissimi e più terribili degli Ungheri che desolavano la Lombardia330; e pur venendo ai particolari niuno accusa i Musulmani d'aver arso, come fecero gli Ungheri, le centinaia di prigioni. Il vero è che i Musulmani non avanzavano i Magiari di crudeltà, nè di numero; sì bene di sveltezza, di perseveranza e d'ordini.
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