Fatto fardello quanto potč, Sâin si appresentava a Salerno; i cui cittadini comperaron la pace a prezzo di danaro e drappi di seta dibâg385. Donde passato a Napoli, la sforzava a simil patto; se non che prese danaro e vesti, dice la cronica386: senza dubbio per significar le pezze di tela di quel lavorío che non avea pari al mondo e facea la ricchezza della cittŕ, com'afferma il mercatante arabo Ibn-Haukal, trovatosi a Napoli una quarantina d'anni appresso387. Sâin riscosse anco il tributo della Calabria e fece ritorno in Palermo col bottino e numero grandissimo di prigioni388.
Ma l'anno seguente, com'e' par che gli strateghi di Calabria andasser sempre a rilento nel pagare, Sâin si mostrň nell'Adriatico, con quattro navi grosse. Imbattutosi nello stratego che n'avea ben sette, lo slavo non se la stette a pensare che l'assalě e il vinse. Sbarcato poi, prendea Termoli nel mese di settembre o d'ottobre; e si riducea alfine a Mehdia con dodici migliaia di prigioni389. Fu ultima di sue scorrerie questa del novecentoventinove. E credo che in tal tempo l'armata e le genti slave fossero venute a svernare ogni anno in Palermo, e che parte ve ne rimanesse a mercatare dopo la partenza di Sâin; poichč il rione piů grosso della cittŕ, contiguo al porto, si addimandň il Quartiere degli Slavi390.
Lunga pezza poi respirň l'Italia meridionale sendo stato soddisfatto il tributo dai Bizantini fino alla morte del Mehdi391; racceso poscia il fuoco della guerra civile in Sicilia; e nel frattempo rivolte le forze navali dei Fatemiti contro Genova.
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