Onde afforzan le mura alla meglio; fanno preparamenti di guerra: Khalīl, dal suo canto, accozzņ grosso esercito, tra i Siciliani e le forze recate d'Affrica; coi quali movea di Palermo il nove marzo del novecentrentotto. Usciti i Girgentini allo scontro, vinsero per sanguinosa battaglia, nella quale cadeano due capi di gran nome tra i regii: Ibn-abi-Khinzīr, ch'č lo stesso casato dell'emiro del novecentoundici; ed Ali-ibn-abi-Hosein della tribł di Kelb, genero di Sālem e ceppo della dinastia che poi regnņ in Sicilia. Pur l'esercito regio, poderoso e condotto dalla volontą inflessibile di Khalīl, non ostante la prima sconfitta, continuņ l'assedio per otto mesi; nei quali non passņ giorno che poco o molto non si combattesse; finchč, sovrastando la stagione piovosa, Khalīl levņ il campo a' ventidue ottobre. Svernņ alla Khālesa; fece venir d'Affrica altri Berberi, come il provano i nomi de' capitani Wasāmā e Ibn-Modū;438 ed attese a levar novelli tributi su le popolazioni siciliane che gli ubbidivano. Onde, oppresse della gravezza, mosse dall'esempio e dalle istigazioni dei Girgentini, si chiarirono ribelli tutte le castella e il popol di Mazara, scrive Ibn-el-Athīr, particolareggiando molto i casi di cotesta guerra. E le castella si deve intendere del Val di Mazara; trovandosi tutti in quella provincia i nomi dei quali si fa ricordo; nč parendo da altro indizio che fossero per anco sparse le colonie musulmane a levante del Salso. «Misero in campo (continua Ibn-el-Athīr) loro gualdane; la ribellione fece passi da gigante; scrissero all'imperatore di Costantinopoli, chiedendo aiuti; il quale mandņ navi con uomini e frumenti.