Tantochč nel decimosesto secolo ne avanzavan, dice Fazzello, mirabili rovine, ed oggi il nome di Calata attesta su le carte geografiche il sito della rōcca442.
Indarno travagliossi Khalīl contro Platani; anzi abbandonņ o perdč Caltabellotta; a ripigliar la quale avendo spiccato parte de' suoi, i Girgentini una notte di novembre assalivano improvvisi l'uno e l'altro campo; sforzavano quel di Caltabellotta; lo saccheggiavano, metteano in fuga gli assedianti. Khalīl allora risolutamente lasciņ anco l'assedio di Platani, per concentrar tutte le forze contro Girgenti, nodo principale della guerra; per chiudere quegli audaci entro lor mura, sģ che non gli facessero altra vergogna, e che sentissero pił crudelmente la fame.
La quale straziava tutta l'isola; prodotta non tanto da inclemenza di stagioni e da' guasti inevitabili della guerra, quanto da satanic'arte di Khalīl; il quale non mentģ al certo quando vantossi d'avere spento di ferro e di fame centinaia di migliaia d'anime in Sicilia. Ormai tutta la strategia stava nel nudrire i proprii soldati, poichč i nemici sarebbero morti senza ferite: e il capitano computista d'Affrica, facendo rapir ogni maniera di cibo che potesse, conseguiva a un tratto la salute de' suoi e la distruzion de' Siciliani. La carestia ingombrņ cittadi e campagne, scrive la cronica del paese; padri e madri mangiarono i cadaveri dei figli; abbandonate dagli uomini, rovinarono le castella; le terre coltivate rinsalvatichirono: una infinitą di gente, aggiugne il Baiān, fuggendo la carestia e i sicarii di Khalīl, riparņ qua e lą nei paesi di Rūm, ch'č a dire Italia o Grecia; dove la pił parte si fecero cristiani.
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