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      Volle andare a morire in patria. E quando partģ: "Che Dio vi conceda un successore miglior di me," furon le ultime parole di Meimūn ai Palermitani; e quelli a benedirlo ed a pregargli salute. Nč dimenticņ, messo il pič a Susa, di mostrare alla gente il sacco dei libri, le vestimenta fatte pił logore e la stessa schiava498.
      Per certo le relazioni politiche con l'Affrica fruttarono alla Sicilia un utilissimo commercio d'idee e di studii. Si novera tra i discepoli di Sehnūn, un Diama-ibn-Mohammed, morto il dugentonovantasette (909-910), ch'era stato cadi di Sicilia sotto gli Aghlabiti499. Con l'insegnamento ortodosso trapelavan anco i novelli ardimenti filosofici dei Musulmani; sapendosi che il giureconsulto Abu-Giafar-Mohammed-ibn-Hosein-Marwazi, com'ei pare, oriundo persiano, trapassato in Sicilia del dugentonovantatrč (905-906) era forte sospetto di miscredenza500. Sembrano incominciati in Sicilia nella stessa metą del decimo secolo gli studii filologici; poichč il primo Siciliano lettor del Corano e grammatico di cui si trovi il nome nelle raccolte biografiche, č Abu-abd-Allah-Mohammed-ibn-Khorassān, liberto degli Aghlabiti, nato il trecentosei (918-19), di schiatta persiana anch'egli, se č da stare all'indizio del nome patronimico501.
      Appariscono al tempo stesso in Sicilia i primi esempii d'una maniera di erudizione che fu molto in voga appo i Musulmani, dico i racconti biografici che correano nelle scuole e ritrovi dei dotti: officine delle effemeridi letterarie di quel tempo.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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