Per quanto si voglian supporre perduti i ricordi di quella etą, la somma č che, innanzi la dominazione kelbita, la cultura intellettuale della Sicilia si ristringea quasi alla scienza del dritto; nč lasciņ nomi illustri. L'argomento negativo che viene dal Riādh e da altre compilazioni parziali, pienamente si conferma col dizionario generale d'Ibn-Khallikān, dove si leggono le biografie di Siciliani del duodecimo e undecimo secolo, ma nessuna ve n'ha del decimo. Ciņ non vuol dire che gli studii lontani dalla giurisprudenza, l'erudizione, le lettere, la poesia fossero trascurati al tutto in Sicilia, avanti i Kelbiti. Sarebbe bastata a recarveli la sola famiglia aghlabita, che sģ larga diramossi allato al regio ceppo d'Ibrahim. Perchč nel nono secolo que' nobili rami dieron molti emiri alla Sicilia510; una lor famiglia anco par trapiantata nella colonia511: e dall'altra mano sappiamo coltivate dai discendenti d'Aghlab logica, dialettica, astronomia o astrologia che dir si voglia, rettorica, filologia, e lo stile peregrino di scrivere; ne troviamo anche un che dettņ cronica o storia della casa d'Aghlab; e dei verseggiatori non v'ebbe penuria512. Ma in Affrica coteste discipline non fiorirono mai al par del dritto, nč salirono al ragguaglio delle letterature contemporanee dei califati d'Oriente e di Spagna: e la colonia siciliana, che le toglieva in prestito dalla madre patria, pur dovea rimanere pił addietro. Non si veggono Affricani nč Siciliani nel Ietimat-ed-dahr, antologia poetica di Th'ālebi, oriundo persiano vivuto nei principii dell'undicesimo secolo; il quale, ricercando i poeti buoni e mediocri dell'Oriente musulmano, gittņ pure uno sguardo su quei della Spagna513.
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