Preso infine lo stato dalla casa modharita d'Aghlab, si dilegua il nome kelbita dalle storie, fino alla esaltazione dei Fatemiti; ai quali era ragione che si accostassero gli avanzi dei nobili arabi nemici della passata dinastia. Intanto uomini kelbiti aveano acquistato séguito, e forse stretto parentele, nella gente di Kotama, che amava ad arabizzare; poichč nei tempi appresso (986) veggiamo sceikh de' Kotamii in Egitto, capo connivente a loro insolenza e non dato al certo dai califi, un Kelbita della casa appunto degli emiri di Sicilia525. Sia dunque in grazia dei Kotamii, sia della setta ismaeliana o d'altri servigi i Beni-abi-Hosein di Kelb furono ben visti a corte del Mehdi526; Ali di quella gente, morģ a Girgenti combattendo per Kāim527; Hasan, figlio di Ali, guadagnņ nuovi meriti appo Mansūr, come si č detto. Affidando a costui la Sicilia, Mansūr potea fare assegnamento, non meno su la fedeltą e il valor dell'uomo, che su le qualitą della famiglia: nobile e perņ riverita dal popolo; nuova in Sicilia e perņ sciolta d'ogni legame con la parte aristocratica del paese.
Non occorre di esaminare la sognata concessione feudale della Sicilia ad Hasan, che si fondava su la versione erronea del testo d'un plagiario; e i moderni compilatori l'hanno abbandonata, conoscendo quanto ripugnasse agli ordini musulmani528. In vece di quella impossibilitą legale, il Martorana pensņ che il califo fatemita, a un tempo con la elezione di Hasan, avesse ordinato il governo di Sicilia con titolo pił illustre ed autoritą pił larga, accordando all'isola "un emirato suo proprio.
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