529 Ma veramente, nè il nome era nuovo, nè l'autorità. La prima cosa, l'oficio di wâli, che il Martorana crede inferiore a quel d'emiro, è il medesimo, semprechè si tratti d'una provincia; e vale tanto a dir wâli d'Africa, d'Egitto, di Sicilia, o simili, quanto emiro: e ciò in linguaggio comune al par che in linguaggio legale530. In secondo luogo, nessuno scrittore fa motto di mutati ordini al tempo di Hasan531; nessuno serba a lui ed ai successori il titolo di emir ed ai predecessori quello di wâli: fin dai principii del conquisto di Sicilia, son adoperati da sinonimi, or l'uno or l'altro, come portava l'uso della lingua e il capriccio dello scrittore; allo stesso modo che gli Aghlabiti or son detti wâli, ed or emiri d'Affrica. In fine, se per
emirato suo proprio" s'intenda governo che non abbracciasse altra provincia, la Sicilia se l'ebbe sempre sotto i Musulmani. E se voglia significarsi emirato con pien potere, oficio di wâli o emir generate, come lo chiamano i pubblicisti, la Sicilia l'ebbe senza interruzione fino all'ottocentosettantotto, e di tratto in tratto, nei settant'anni che seguirono infino al novecenquarantotto, quante volte i principi d'Affrica non poteano calpestare i coloni a lor talento532. In ciò si dèe dunque correggere la sentenza. Da un'altra mano la si dèe spiegare alla più parte dei lettori. "Governo proprio" significava in Sicilia, venti o trent'anni addietro, un luogotenente del re di Napoli, albergato più o meno splendidamente nella reggia di Palermo, ed un'amministrazione civile, finanziaria e giudiziale independente dai ministri napoletani: il qual ordine bramavano que' Siciliani che non odiasser molto la dinastia regnante; e loro ne fu conceduta una sembianza che durò qualche anno.
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