Sbarcato a Reggio costui distruggeva la moschea; poi risolutamente drizzava le prore al bel mezzo della colonia musulmana di Sicilia; prendea Termini a ventiquattro miglia di Palermo; assaliva indi la città di Mazara. Dove sopraccorso Hasan, l'emiro ebbe la peggio, e perdè molti de' suoi562: pur Basilio se ne andò senza infestar l'isola altrimenti. L'anno appresso (958), Hasan con l'armata siciliana toccava le costiere di Calabria; congiungea le forze con 'Ammâr; e insieme andavano ad affrontare ad Otranto l'armata bizantina, capitanata da Mariano Argirio in persona. Dalle tre narrazioni, diverse e mutile, che abbiam di questa fazione, si ritrae come un gagliardo vento levatosi contro l'armata di Sicilia quando si veniva alle mani, desse agio al patrizio d'uscir di briga senza battaglia, e di prendere una nave musulmana imbattutasi tra le sue. Le altre, ricacciate dalla medesima tempesta vêr la Sicilia, la più parte fecero naufragio. I Siciliani poi si vantarono della fuga dell'Argirio; questi impiastrò a Costantinopoli che, aiutandolo il vento, avea distrutto e affondato tutte lor navi; un cronista bizantino, di cui s'ignora la età, scrisse che i Musulmani accampati a Reggio, mentre l'armata bizantina stava per passare d'Otranto in Sicilia, presi di timor panico, se ne tornarono a furia ed annegarono nei mari di Palermo. E in vero, se 'Ammâr avea le stanze presso Reggio, i cittadini dovean credere precipitosa fuga quel montar delle sue genti su le navi d'Hasan, delle quali poi si riseppe, non l'andata ad Otranto, ma il naufragio presso la Sicilia563.
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