Moezz non rifiniva571 dunque d'onorarli; presentavali di Khil'a, o vogliam dire sontuose sopravvesti degli opificii regii, e, con liberalità più sustanziale, accrebbe loro gli stipendii militari572 e fors'anco promise più larghe concessioni.
Perocchè leggiamo nella cronica che quegli ottimati sollecitavano il califo a un'impresa sopra Taormina573. Il qual cenno e gli effetti seguíti l'anno appresso, mostrano che si trattò di allargare le colonie musulmane nel Val Demone e Val di Noto, sottoporre al kharâg, e, secondo i casi, confiscare o dividere le terre delle due province; mutarvi la condizione dei Cristiani, da cittadini di municipii tributarii a meri dsimmi o schiavi. Questo sembra il vero scopo del viaggio in Affrica, e dell'affiliazione alla setta. Moezz, guardando sempre all'Oriente e agli Abbassidi, nemici comuni suoi e dell'impero bizantino, avea forse ricusato al solo Hasan, assentì forse a malincuore a tutta la nobiltà siciliana quell'impresa che metteva in pericolo la pace con Costantinopoli. Ma non potea dir no senza ridestare i tumulti in Sicilia. Sendo temporanea per natura la sicurtà accordata ai municipii tributarii, non mancava ai coloni il dritto d'occupar quelli con la forza. Non mancava loro la brama, o forse il bisogno, sendo la somma del tributo a gran pezza minore della gezîa e del kharâg, non che del fruttato diretto delle terre. Fu di certo Hasan l'autore e promotore del consiglio, premendogli più che a niun altro di metter mano sulla Sicilia orientale, per accrescere il giund, empierlo d'uomini suoi, raddoppiare le entrate e le forze dello Stato; ad onor della corona fatemita e profitto immediato di sè medesimo e dei figliuoli.
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