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      In ogni modo, dopo la occupazione di Taormina, tutta la Sicilia obbediva ai Musulmani, fuorchè Rametta, solo avanzo de' municipii greci e romani di Sicilia; antico asilo, com'io penso, dei più valorosi cittadini di Messina582, ed or di quanti altri cristiani della provincia amassero meglio guardar la morte in faccia che soffrire l'ignominia del vassallaggio.
      Nè veggo nelle istorie qual popol abbia mai sortito fine più magnanima: tanta fu la saviezza dei preparamenti, la costanza della volontà, il valor nel combattere, e con sì poca speranza d'aiuto gettarono il guanto ai vincitori. Chè morto Romano secondo imperatore (15 marzo 963) e succedutigli due bambini, si disputava il comando tra la rea lor madre e un eunuco; nè potea sapersi in Sicilia l'esito della rivoluzione militare ch'esaltò Niceforo Foca (16 agosto 963), quando Hasan-ibn-'Ammâr poneva il campo a Rametta l'ultimo di regeb trecentocinquantadue (23 agosto 963); venendo a punir la ribellione, come al solito si chiamò. Si dubitava tanto poco dell'esito, che l'emiro Ahmed partì al tempo stesso per l'Affrica583 a compier, com'ei sembra, l'ordinamento amministrativo dell'isola con Moezz; il quale comandò che Ibn-'Ammâr riducesse intanto Rametta. E quegli piantò suoi mangani e 'arrâde584, a batter le mura; si provò ad affaticare i cittadini ogni dì con assalti; e nulla approdava. Tanto che, pensando ridurli per fame, passò tra que' monti l'inverno e la primavera e la state appresso, trinceato bene il campo, e costruitovi un castello per sè e casipole ai soldati585.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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