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      Risaputi i preparamenti del nemico, Ahmed racconciò e armò in fretta il navilio siciliano; scrisse marinari e soldati, e chiese immediati rinforzi a Moezz. Il quale, non perdonando a spesa, mandava il navilio d'Affrica con molte schiere di Berberi598, capitanate da Hasan, padre d'Ahmed. Giunti del mese di ramadhan (11 settembre a 10 ottobre 964), Hasan avviava uno stuolo al campo di Rametta, rimaneva egli col grosso delle genti in Palermo, sovvenendogli dello sbarco di Basilio nella Sicilia occidentale (957). Già l'oste bizantina, traghettato l'Adriatico, s'era raccolta in su la punta di Calabria. Principiò il tre scewâl (12 ottobre), fornì in nove giorni il passaggio dello stretto; occupò a prima giunta Messina; afforzolla con fossati, e risarcì le mura599. Intanto altri stuoli, recati al certo dall'armata, si mostravano per le costiere di settentrione e di levante; prendeano nell'una Termini d'assalto, ed era bene per tagliare gli aiuti di Hasan; nell'altra vanamente sparpagliavansi tra Taormina, Lentini e Siracusa, delle quali ebber le prime due di queto, la terza per battaglia600. Cotest'errore di allontanar troppa gente da Messina, pianta della guerra, e la mala disciplina de' soldati, non isfuggirono agli ansiosi cristiani di Sicilia. Ci si narra che Prassinachio, uom di specchiate virtù, che s'era posto in un romitaggio in su lo Stretto ed era tenuto lucidissimo tra i "veggenti in Dio"601 del paese, avesse presagito la sconfitta al cappellano maggiore bizantino; il quale non s'aspettava altro da quella marmaglia armata602 che gli avean dato in guardia.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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