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      La qual rapina permanente rovinava i sudditi cristiani, snervava lo Stato musulmano, per le sciupate rendite presenti, la inaridita sorgente di quelle avvenire e la sciolta disciplina militare. A cotesti danni volle ovviare Moezz, forse in Val di Mazara, di certo nella Sicilia orientale, con l'ordinamento novello; per lo quale par fosse affidata a magistrati civili la riscossione, e deputati gli stessi o altri oficiali in ciascun capoluogo a vegliare i governati, e significar loro la parola del principe; il che si facea d'ordinario nella khotba, e perņ dal pulpito, nella moschea giami'.638 Quali fossero allora i nomi e limiti degli iklīm di Sicilia, e se mere circoscrizioni militari, o anco di azienda, nessun ricordo di quel tempo cel dice; nč vi si puņ supplire con induzioni. Sol dobbiamo supporre che gli iklīm fossero stati adattati ai corpi del giund, non questi a quelli: perocchč, eccettuati gli stanziali, le altre milizie facean corpo secondo le parentele, nč agevolmente si potea dividere un corpo, nč tranquillamente tenerne insieme due o pił di schiatte diverse. Da questo e dalla diversitą delle entrate pubbliche sopra territorii uguali in superficie639, nascea la disuguaglianza grandissima di estensione degli iklīm, che si nota in varii Stati musulmani; e che durava in Sicilia infino al duodecimo secolo640.
      La pace parve tempo opportuno a tale riforma d'amministrazione militare; o forse nelle pratiche della pace l'avea chiesta il governo bizantino, per temperare coi consigli i mali dei Cristiani di Sicilia, che non avea saputo prevenire con le armi e che non poteva ignorare, nč farne le viste coi frati e il clero di Sicilia.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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