Intanto il nome di Moezz era gridato alla Mecca e Medina; capitani minori mandati da Giawher gli acquistavano parte di Siria659; non ostante i Karmati, o forse per la paura che avean di loro i Musulmani, parea che i popoli da Suez all'Eufrate volesserlo riconoscere signore. Onde Giawher tanto insistè, che il trasse a trasferir la sede in Egitto; il che se non bastò a dare ai Fatemiti l'ambito impero musulmano, fece durar due secoli la dinastia, la quale, rimasa in Affrica, sarebbe stata spiantata di corto. La prodigiosa fertilità dell'Egitto; la postura che ne fa scala del commercio tra l'Oriente e l'Occidente; la popolazione gran parte cristiana, docile o servile e attaccata al suolo, offrian salda base a una dominazione reggentesi sugli ordini dell'azienda, d'una setta e d'una tribù berbera, non su popolo ed armi di sua propria nazione: oltrechè i padroni d'Egitto, per necessità geografica, comandaron sempre alla Siria e tennero le chiavi dell'Arabia occidentale. In Affrica, al contrario, i Fatemiti non avean potuto vincere la nimistà dei cittadini arabi in sessant'anni di terrore e di sferza660, non spegnere l'antagonismo del sangue berbero racceso dalle sètte kharegite; e mentre e' conquistavan l'Egitto, erano necessitati raccomandarsi alla tribù di Sanhâgia per reprimere un altro ribelle che seguía le orme di Abu-Iezîd661. Nè Sanhâgia, condotta dalla famiglia zîrita, lor prestava le armi con sì cieca lealtà da far serva sè stessa. Nè i Kotamii soffrivano che il califo comandasse in casa loro662: nè d'altronde bastavano a tener l'Affrica, facendo insieme da pretoriani in Egitto e un pugno anco in Sicilia.
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