Moezz si deliberò dunque a sgomberare d'Affrica per sempre, recando seco arredi, tesori, armerie e fin le ossa degli avi. Partì d'agosto novecensettantadue; sostato alquanto a Sardegna, villa d'Affrica che par abbia preso il nome dai Sardi che vi soggiornarono663, con magnifica lentezza entrò al Cairo di giugno novecensettantatrè; assestò le cose pubbliche con Giawher; poi messe da canto l'illustre liberto, il quale morì il novantadue; e il suo figliuolo Hosein, generalissimo del nipote di Moezz, fu ucciso da quello a tradimento664.
Di rado ci occorrerà ormai di tornare alla storia dell'Egitto; e di Moezz, basterà aggiugnere gli ordini politici lasciati nelle antiche province. Presto ei depose, se pur l'ebbe mai, il pensiero di commettere l'Affrica a un Arabo di nobil sangue, il quale, non sarebbe stato contento a picciola autorità; nè bastante a tenere il paese coi coloni arabi contumaci665. Si volse pertanto ai Berberi, alla tribù di Sanhâgia, alla famiglia zîrita, al capo Bolukkîn, e, per arabizzarlo, gli diè nome di Iûsuf-abu-l-Fotûh e titolo di Seif-ed-dawla, ossia Spada dell'impero. Il quale gli avea prestato mano forte contro i ribelli, come il padre al padre di lui; e sapea bene Moezz, che, non lasciandolo governatore, quei si potea far principe666. Bolukkîn, che il sapeva anco, non si dolse che gli scemassero l'impaccio del governo civile: che Moezz eleggesse i cadi, e qualche capo di milizia667; che un consiglio degli oficiali pubblici trattasse la somma degli affari ed egli facesse eseguire le deliberazioni668. Assentì anco a più duro taglio: che fosse posto da Moezz un direttore sul kharâg, ed un su le tasse diverse, entrambi mezzo independenti dal governo d'Affrica669; i quali lungo tempo mandarono moneta in Egitto670. Ond'era proprio quel governo bipartito che la dinastia volle porre in Sicilia e non le venne fatto.
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