Venendo ai monumenti, Ibn-Haukal notava la Moschea giâmi' del Cassaro, una volta tempio cristiano; nella quale serbavansi, al dire dei logici della città, le ossa d'Aristotile; ma ei non si fa mallevadore che d'aver visto il feretro, appeso in alto, e udita la tradizione che gli antichi Greci solessero impetrare miracoli dalle ceneri del filosofo in tempi di siccità, pestilenze o guerra civile. Donde è libero il campo a porre il mito e il monumento innanzi o dopo l'èra cristiana; richiamandoci il nome all'antichità, forse al culto d'Empedocle, ma la qualità ed uso del santuario s'adattan meglio alla pietà cristiana; e la medesima tradizione riferita da Bekri dà, invece d'Aristotile, il nome di Galeno, che da Roma andasse a trovare i Cristiani in Siria, e fosse morto, in viaggio, in Sicilia709. Nè sembra strano che alla dedizione di Palermo si fosse pattuito di lasciare in piè tutta o parte la chiesa; e che quando la fu mutata affatto in moschea, i nuovi padroni, tra credere e non credere, avesser lasciato sì comodo palladio in qualche cantuccio fuor l'edifizio; che esempii v'ha di chiese bipartite tra le due religioni nei primi conquisti; e non meno di superstizioni reciprocamente tolte in prestito non che tollerate, quando si rattiepidì lo zelo710. Il Cassaro, ovale, era tagliato nell'asse maggiore dalla strada dritta ch'oggi ne ritiene il nome, la quale s'appellava Simât diremmo la "Fila:" chè tal era, di fondachi e botteghe, e, raro pregio nel medio evo, tutta selciata. Avea la città vecchia nove porte, delle quali si riconosce il sito711; ed una era quella che, in grazia d'esotiche lettere intagliate su l'arco e in un minaretto vicino, fu creduta infino al secol passato opera dei fondatori ebrei o caldei di Palermo.
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