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      Fuggendo dunque solo e a piè in riva al mare, ecco saltargli addosso dalle fratte un barbaro saraceno, seguito da Etiopi con occhi di bragia che avean lì tirata loro barca. E il barbaro a interrogarlo; e, inteso che andasse a fare i voti monastici, si messe umanamente a persuaderlo d'aspettar la vecchiaia a lasciare il mondo. Vistolo risoluto, l'accomiatò che tremava da capo a piè; ma pensato meglio, li corse dietro gridando: "Fratello, aspetta aspetta;" e volle provvederlo per lo viaggio di pani finissimi, scusandosi che non avesse in pronto altro da mangiare. Fu costrutta poi in miracolo tal ordinaria carità musulmana a povero viandante: fu creduto il demonio in carne e in ossa un gentiluomo, il quale cavalcando presso San Nazario, intendendo il proponimento del giovane, lo chiamò pazzo, poichè se volea salvar l'anima potea far penitenza in casa senza ficcarsi tra i frati, "avari," dicea, "pieni di vanagloria, dati tutti alla crapula; che un caldaio di lor cucine capirebbe me ritto in piedi e mezzo questo mio cavallo." Preso l'abito, tornato a San Mercurio dopo un pezzo, Nilo si segnalò per obbedienza monastica, flagellarsi, pregare, vestir ciliccio che mutava una volta ogni anno, pazienza dello schifo e disagio; ed anche assiduità allo studio, belle massime di carità cristiana, e mondana sagacità e prudenza746.
      Donde salì in fama di santità: riverito dai magistrati; andaron vescovi, arcivescovi, ciambellani di Costantinopoli e i governatori stessi di Calabria a richiederlo di vaticinii e consigli747; fondò il monastero di Grottaferrata presso Roma; vinse l'antipatia della schiatta italica e oltramontana a sua favella e greca profusione di capelli e barba748; fu onorato in sua vecchiezza a Monte Cassino, a corte dei principi di Capua, dall'imperatore Otone terzo e da Gregorio quinto, dai quali impetrò grazia all'antipapa Filargato749. Pria di pervenire a tanta altezza, avea patrocinato rei minori, come i sollevati di Rossano di cui dicemmo, ed un giovane di Bisignano che svaligiò ed uccise un giudeo, ed i magistrati lo volean dare in mano alla comunità israelita750. San Nilo gareggiò a suo modo nell'arte salutare col medico giudeo Sciabtai Donolo, uom di molta sapienza a quel tempo in Calabria751. E come ci vengon visti nella vita del Donolo752, così anco in quella di San Nilo i Musulmani di Sicilia, ch'erano per fermo il flagello principale delle Calabrie, dopo i governatori bizantini.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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