Otone il Sanguinario, fuggendo a briglia sciolta col cugino duca di Baviera, avvistò le due salandre greche presso la spiaggia, e si tenne salvo785. Ma arrestatoglisi il destriero, un giudeo suo fidato che lo seguiva gli grida: "Prendi il mio e dà pane ai miei figli s'io ci muoio," onde Otone montato in sella786 spinse il cavallo in mare; gridò e fe' cenno al nocchiero; e quei tirò dritto. Tornato a proda, trova il giudeo, Calonimo il suo nome, che l'attendeva ansioso di lui non di sè stesso: il cugino era ito, chè già si vedean venire a spron battuto i Musulmani. "E che farò?" sclamava Otone. "Ma sì ho ancora un amico!" e lanciossi di nuovo nell'onda col cavallo del giudeo787. Questi fu ucciso788. Ricettò l'imperatore l'altra salandra che passava, conoscendolo un ofiziale schiavone789. Fatto posare dal protocarebo sul proprio letto e interrogato, accertò sè essere Otone: lo pregò d'accostarsi a Rossano, tanto che prendesse seco la moglie e i tesori; ch'ei non voleva rimetter piè su l'infausta terra, ma andare a Costantinopoli, ove i pii imperatori renderebbero merito a chi avesse tolto a sicura morte il cognato. Il Greco assentì: navigando dì e notte giunsero a Rossano790. Otone mandava lo Schiavone a terra, e non guari dopo fu vista scendere alla marina la imperatrice con Thierry vescovo di Metz ed una fila di giumenti che recavano, come diceasi, il tesoro; a che il capitan greco gittò l'áncora. S'accosta con barchette il vescovo; monta su la nave egli e pochi; parla ad Otone; e questi, per accogliere onorevolmente la imperatrice, indossa abiti di gala, arriva passeggiando al bordo: e giù in mare d'un salto.
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