878 Ma a capo di tre anni, il governatore di Tripoli per Badīs, tradito il signor suo, offriva la cittą alla corte fatemita; e questa, come di furto, se la prendea, commettendola a Iānis il Siciliano, governatore di Barca, forse liberto di sangue cristiano. Appo il quale mandando Badīs a dolersi, rispose altero: e il principe d'Affrica, quasi il califo non ci entrasse e fosse la contesa tra lui e Iānis, gl'inviava di Mehdia con genti un Gia'far-ibn-Habīb; il quale pose il campo ad Agiās tra Cabčs e Tripoli. Mandņ poi a dire a Iānis che di tre partiti scegliesse l'uno: rappresentarsi a Badīs; mostrare il diploma che avessegli affidato il governo di Tripoli; o disporsi alla battaglia. E Iānis gli scrivea:
Ch'io vada a corte del tuo signore, non ne parliamo. Esibir diploma non debbo, sondo io vicario del Principe, dei Credenti in provincia maggior di Tripoli, Dell'altro caso, che rimane, non darti briga: aspetta dove sei, chč ci vedrem presto." Entrambi mossero; s'affrontarono tra gli uliveti di un villaggio detto Zānzūr. Dove Iānis fu rotto con molta strage l'anno trecentonovanta (12 dic. 999 - 30 novembre 1000); e fatto prigione, pregņ il recassero a Gia'far, ma gliene portaron la sola testa. Li sbaragliati s'afforzarono a Tripoli879 la quale debolmente aiutata dal siciliano Zeidān, com'altri legge, lo schiavone Reidān880, che reggeva allora la corte del Cairo, tornņ in potere di Badīs, dopo lunghe vicende che a noi non occorre di raccontare881.
Fortunosa etą per la schiatta berbera, la quale dopo due secoli si sciogliea, senza ferir colpo, dalla dominazione degli Arabi, serbando gli elementi di civiltą di quegli stranieri: religione, leggi, scienze, lettere, industrie, ed una popolazione cittadinesca data a cotesti esercizii, impotente ormai per numero e tenor di vita a ripigliare il comando.
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