La cittadinanza di Palermo comparisce adulta fin dalla metà del decimo secolo, quando favorì Hasan contro i nobili; e la plebe, come avvien sempre, abbandonò i nobili e seguì i popolani grassi. Nelle città minori doveano intervenire i medesimi effetti, col divario che portava il minor numero dei popolani oriundi d'Affrica. I villaggi, sede della popolazione rurale, eran tenuti dai proprietarii minori d'origine siciliana, con poca o niuna mescolanza di nobili. La nobiltà prevalea solo nella costiera orientale, occupata di recente, la quale essendo abitata tuttavia da Cristiani921, le classi inferiori non entravano nella repubblica musulmana. Nel rimanente dell'isola la cittadinanza, favorita fin qui dai principi kelbiti, si sentia più forte de' nobili. Pur l'invidia non avea partorito per anco guerra civile. S'era dimenticato l'infausto vocabolo dopo spenti i Berberi: quando si pigliavano le armi in piazza l'era per cavar la bizzarria ad un ministro o un emiro.
Ma il principato, per necessità o cupidigia, accese la discordia. Le milizie siciliane erano scemate con la nobiltà; cacciati i mercenarii (1015) non rimanea niuno a difendere la reggia (1019), e pochi a difender lo stato. Akhal vi pose mente, riscosso dal pericolo degli assalti bizantini e degli aiuti di Moezz (1025); fors'anco gli piacea, com'uomo di guerra ch'ei si mostrò in Calabria, di tirarsi dietro più grosso esercito e imitare la virtù dei primi Kelbiti. Ma nelle presenti condizioni, l'esercito non si potea rifornire che di mercenarii; le entrate dei poderi demaniali non bastavano alla spesa, o egli le volea serbare alla corte; e aggravare il kharâg non osava, dopo l'esempio del fratello.
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