Giorgio Maniace e il patrizio Michele Doceano soprannominato "il Fusaiolo,"939 ch'avea dato lo scambio a Leone Opo, ragunate le genti a Reggio, passavano il Faro l'anno milletrentotto940. Narrano gli scrittori di parte normanna come l'esercito posto a terra non lungi da Messina, lentamente marciò in ordinanza vêr la città; donde impetuosi uscirono i Musulmani, nulla curando il numero dei nemici. Allo scontro balenavano i Greci, quando Guglielmo di Hauteville soprannominato Braccio di ferro, condottiero d'uno squadrone normanno, confortati i suoi con maschie parole, fece sonar la carica: e spronano stretti a schiera, spezzano i nemici, li volgono in fuga, li inseguono fino ai ripari; altri aggiugne che occupassero una porta. La città tantosto s'arrese a Maniace941. Ma questa fazione, nella quale non abbiam cagione di ricusare la virtù normanna, sembra mero combattimento di vanguardia. I Musulmani in lor guerre di Sicilia non fecero mai assegnamento sopra Messina, città cristiana; nè mai l'afforzarono; nè tennervi presidio di momento.
Il nodo della guerra era a Rametta, dove sopraccorso, com'e' pare, il grosso dell'esercito affricano, stava in sul collo a Maniace da vietargli di dare un passo nell'isola. Ond'egli andatili a trovare tra lor gole e precipizii, lor mostrò sè non essere Manuele Foca, nè alcun sito potersi dir forte senza la virtù degli uomini. Ruppeli con tanta strage che gli annalisti v'appiccicano l'antica metafora del campo dilagato dai rivi del sangue942. Pur la vittoria poco approdò, difendendosi Questo nome risponde al Rimetta, Rimecta etc. dei diplomi dell'XI e XII secolo e alla Rimète di cui parla l'Ystoire de li Normant, lib.
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