Al quarto dì, occorrendo una festa966, raguna il presidio in chiesa; fa esortarlo dal pulpito a combattere fortemente per la fede e l'impero; fa celebrar la messa; si comunica con tutti i suoi, ed in su l'ora di pranzo, apponendosi che gli Infedeli stessero a mala guardia, schiuse le porte, li assaltò. Soprappresi non poterono dar di piglio alle armi, non che ordinarsi: Catacalone li sbaragliò, ne fe' macello, saccheggiò l'accampamento; e tornò glorioso in città, mentre gli avanzi degli assedianti fuggivano a precipizio verso Palermo967.
La quale vittoria giovò soltanto a differir di qualche anno, o di qualche mese, chè l'appunto non si sa, la perdita di Messina e con quella d'ogni speranza su la Sicilia. Perchè la rivoluzione dei popoli e la compagnia di ventura ingrossata ogni dì più che l'altro di Normanni e d'Italiani dell'Italia di sopra968, irresistibilmente scacciavano i Bizantini dalla Terraferma. Maniace stesso, liberato di prigione in un lucido intervallo della corte e rimandato in Italia (aprile 1042) segnalossi per prudente valore in guerra, s'infamò per crudeltà efferate contro i terrazzani, ripigliò qualche città, ma non arrivò a vincere i Normanni. In questo, un terzo marito di Zoe lo provocò o piuttosto sforzò a ribellarsi; tantochè fattosi gridar imperatore, passò con l'esercito in Grecia (febbraio 1043), azzuffossi con le genti di Costantino Monomaco, e le avea messe in rotta, quando un colpo tirato a caso lo freddò in sul cavallo. Pochi dì appresso Costantinopoli applaudiva ai codardi che portavano in giro, confitta a una lancia, la testa di Maniace969.
| |
Infedeli Catacalone Palermo Messina Sicilia Normanni Italiani Italia Bizantini Terraferma Italia Normanni Zoe Grecia Costantino Monomaco Costantinopoli Maniace Maniace
|