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      Nè mutossi la condizione legale dei Cristiani; sol è da supporre aggravati i soprusi tra il millequarantatrè e il millesessantuno; dapprima per la vendetta dei Musulmani che tornavan su; poscia per la divisione loro in piccoli principati, tanto più molesti e rapaci. Caduti gli ultimi comuni tributarii tra il novecensessantadue e il sessantacinque979, da indi in poi non ne abbiamo ricordi; nè possiamo immaginare qual necessità o caso li avrebbe fatto risorgere. I Cristiani che sottomettonsi al conte Ruggiero ed a Roberto Guiscardo nei principii della guerra, son veri dsimmi980 paganti tributo, agricoltori o borghesi, ed i primi parte possessori e parte servi della gleba981; le quali popolazioni avean di certo lor magistrati municipali, ma non formavan corpo politico. Di schiavi cristiani posseduti da Musulmani non abbiamo memoria, ond'e' par non siane rimaso tanto numero da farsi sentir tra le vicende del conquisto. Forse la più parte, per migliorar loro condizione982, fatti Musulmani, e chi manomesso, chi no, andavano confusi nella società dei vincitori.
      Se le schiatte antiche non si sbarbicano di leggieri, i Cristiani dell'isola eran tuttavia mescolati Greci ed Italici. A ciò par abbian posto mente i Normanni, nelle cui croniche le genti battezzate che abitavano la Sicilia al principio della guerra, son chiamate dove Greci o Greci Cristiani, e dove a dirittura Cristiani; e si distinguono i primi con l'attributo di perfidi, come portavano le idee occidentali983. Un altro barlume ci dà lo scrittor della vita di San Filareto, notando tra i pregi della Sicilia la carnagione bianca e vermiglia e le belle e aperte fattezze di molti abitatori, le quali non somigliano al sembiante del greco San Filareto, e vi si potrebbe per avventura raffigurar il tipo italiano984. Della medesima schiatta sembrano i frati di San Filippo d'Argira in Sicilia i quali nella seconda metà del decimo secolo andavano a Roma: insolito viaggio a gente greca in quell'età985. Come i due linguaggi, che è a dir le due schiatte, durarono insieme nel medio evo nelle parti della penisola ch'aveano avuto colonie greche nell'antichità, così anche rimasero in Sicilia; se non che la lingua greca prevalea nell'undecimo secolo986. E la cagione parmi, che i Cristiani di sangue italico e punico della Sicilia occidentale, avean rinnegato la più parte sotto la dominazione musulmana, per essere stati più tosto domi; se pur non si lasciaron domare più tosto per antagonismo contro il sangue greco e il dominio bizantino.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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