Sopraffatta alfine quella virtù dalle armi kelbite, i Cristiani s'ebbero a contentare degli umili compensi che concede il servaggio. Assestandosi appo i Musulmani l'azienda pubblica, repressa la rapacità delle milizie, favoriti i commerci con la Terraferma, prosperanti le regioni occidentali dell'isola e venuti i padroni a stanziare nella region di levante, si rinfrancò la industria degli abitatori cristiani. Rifatti alquanto di sostanze e di numero, risalirono a quel grado d'incivilimento dei lor fratelli di Calabria. Chi voglia conoscere in volto i Cristiani del Valdemone di questa età, legga in Malaterra il racconto di quei che s'appresentavano l'anno mille sessantuno a Ruggiero nella prima scorreria grossa a che si rischiò dentro terra. Tutti lieti gli recavano vittuaglie e altri doni; e tosto correvano a scusarsi coi Musulmani: averlo fatto per forza, per salvar le persone e la roba da codesti predoni992. Alla quarta generazione gli eroi di Rametta eran fatti, come or si direbbe, onesti e pacifici cittadini.
I quali in punto di religione sembrano tiepidi anzi che no. Dopo l'impresa d'Ibrahim-ibn-Ahmed (902), si sbaragliò il clero siciliano. Gli imperatori bizantini, egli è vero, promulgando la lista delle sedi soggette a lor patriarca, proseguono infino al secol decimoterzo a noverar quelle di Sicilia quali sapeansi nell'ottavo secolo, salvo qualche errore di copia; ma dimenticano che l'isola è stata tolta allo impero dai Musulmani ed a costoro dai Normanni; che le sedi sono state distrutte dai primi, rifatte dai secondi a lor modo, e rese al pontefice romano993. Però quei ruoli di cancellaria non attestano condizioni contemporanee, più che nol faccian oggi i titoli di vescovi d'Eraclea, d'Adana e altri largiti dal papa.
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