Soggiornò in Sicilia infino a sette anni, quando il padre per dovere di milizia passava a Costantinopoli, dice la leggenda; e però sembra soldato fatto prigione nella guerra di Manuele Foca, liberato per riscatto. Forse il parlare arabico che il fanciullo avea appreso in Sicilia, lo spinse, fatti ch'ebbe gli studii in Costantinopoli, ad andare a Gerusalemme: ove s'infiammò delle geste dei padri del deserto, volle vivere or frate ora romito a Betlem, al Giordano, al Sinai, in una grotta del Mare Rosso; la comunità del Sinai poi mandollo a riscuotere le grosse limosine che le solea porgere Riccardo conte di Normandia. Così venne a Rouen, dove trovando morto Riccardo (1026) e gretto il successore, passò a Treveri; ed acconciatosi con l'arcivescovo, mostrò a que' buoni Tedeschi esempio di penitenza orientale, chiudendosi tutto solo nella vecchia torre di Porta Negra, ritrovo dei dimonii. Gli assalti dei quali per tanti anni, dì e notte, respinse con sue preci; e si comprende. Ma dopo una inondazione che disertò il paese, accorsa la plebe co' sassi in mano chiamando a morte il frate incantatore della torre, Simeone non se ne mosse più che dei dimonii: proseguì a recitar l'ofizio tanto che i preti racchetarono quel furore. Dopo morte preti e plebe a gara gli attribuirono miracoli. Di certo col dir ch'ei facea delle calamità di Terrasanta, e con quel suo strano tenor di vita in Normandia e in Germania, Simeone da Siracusa fu un dei mille mantici della Crociata1015.
Dal detto fin qui si vede che il Cristianesimo si ristrinse e rattiepidì in Sicilia sotto la dominazione musulmana; ma non ne venne a mancare giammai1016 la credenza nè il culto palese.
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