L'abbondanza delle acque di fonti o fiumi accennata per le generali da Iakūt1115, sembra veramente maggiore dell'attuale, ove si risguardi alla descrizione particolareggiata che faceane Edrisi il millecencinquantaquattro ed ai fiumi ch'ei dice navigabili a barcacce di trasporto ed or pił nol sono1116. E cosģ dovea intervenire per la distruzione dei boschi che s'č fatta dal duodecimo secolo in qua1117; la quale non credo incominciata per man degli Arabi, poichč il sapiente agricoltore rispetta i boschi, e lo sciocco e affamato li taglia. Di notizie precise, Abu-Ali ne fornisce su le due regioni boschive che per natura sono le principali dell'isola: l'Etna e la catena d'Apennino. Della prima delle quali abbiam fatto parola. Dell'altra Abu-Ali afferma, le eccelse montagne e spaziose valli sopra Cefalł abbondar d'ogni maniera di legname atto a costruzioni navali1118. Il monaco Nilo loda i cedri di Sicilia, i cipressi e i pini dritti e maestosi, i cui rami servivan di fiaccole1119.
Vengon poscia le ubertose produzioni dei giardini, dei campi e della pastorizia lodate da Bekri1120; le frutta d'ogni colore e sapore che non mancavano state nč verno, scrive Iakūt, forse da Abu-Ali1121; le mčssi che coprivano la pił parte dell'isola secondo Ibn-Haukal1122; lo zafferano che vi germogliava spontaneo1123; il cotone e il canape coltivati a Giattini1124 e altrove; il primo dei quali sembra venuto dell'Affrica1125; gli ortaggi che parean troppi ad Ibn-Haukal1126. Nessuno scrittore arabo fa menzione degli ulivi, che in Sicilia comunemente si credono accresciuti in quella etą, perchč i contadini soglion chiamar saracinesco qual veggano pił possente di ceppo, e pittoresco di tronco e rami.
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