Cioč che notavano precise tanto o quanto le consonanti1222, e delle vocali sol quelle rinforzate da accento, e non pur tutte: donde l'ambiguitą di tanti vocaboli che non sono distinti se non dalle vocali, di tanti periodi varii di significato secondo i modi grammaticali che si accennassero leggendo1223. Il testo dunque sendo scritto, come oggi diremmo, in cifera di stenografia, nč bastando averlo sotto gli occhi per saperne appunto il tenore, era forza supplirvi con la tradizione orale e con le regole della grammatica. Indi i Lettori, i maestri di Lettura, i trattati e anche poemi didascalici, le sette scuole principali di lettura e non so quante secondarie, gli arabici assottigliamenti in cotesta novella scienza; e s'arrivņ a notare il Corano con segni pił presto musicali che ortografici: lettere, punti, lineette, sigle che si dipingeano a varii colori intorno gli arcaici caratteri negri del testo d'Othmān, e prescrivean le pause, le modulazioni e oficio dell'a, le articolazioni da elidere o permutare e simili.
Fu dei pił rinomati Lettori del Corano al suo tempo Abd-er-Rahmān-ibn-Abi-Bekr-ibn-'Atīk-ibn-Khelef da Siracusa, detto Ibn-Fehhām (Il figlio del Carbonaro), nato il quattrocencinquantaquattro (1062), uscito, com'č probabile, alla presa di Siracusa, l'ottantotto (1095), e morto il cinquecento sedici (1122-3). Andņ cercando in Oriente i dottori principi della Lettura; praticņ con parecchi d'Egitto; e soggiornņ, forse dič studio, in Alessandria, essendo stato chiamato lo Sceikh Alessandrino.
| |
Lettori Lettura Corano Othmān Lettori Corano Abd-er-Rahmān-ibn-Abi-Bekr-ibn-'Atīk-ibn-Khelef Siracusa Ibn-Fehhām Carbonaro Siracusa Oriente Lettura Egitto Alessandria Sceikh Alessandrino
|