Avvi tra i molti comentatori di Motenebbi nell'undecimo o duodecimo secolo un Ibn-Fūregia e un Abu-Hasan-ibn-abi-Abd-er-Rahman, entrambi Siciliani1383.
Nel passar dalla didattica e critica al proprio effetto dell'arte, troviamo, filologo insieme ed oratore, Abu-Hafs-Omar-ibn-Khelef-ibn-Mekki, ricordato dianzi nei tradizionisti e giuristi1384. Il quale, rifuggito in Affrica quando le continue vittorie dei Normanni, forse la espugnazione di Palermo, toglieano ogni speranza di salute, conseguģ il magistrato di cadi a Tunis1385 che allora si governava a repubblica. Č attribuita ad Ibn-Mekki la Correzione della lingua che altri riferisce ad Ibn-Kattā'1386,e potrebbero supporsi due opere col medesimo titolo, che Ibn-Kattā' avesse imitato per gareggiare con quel sommo, «il cui valore, dice egli, celebravano e ripeteano tutte le lingue per ogni luogo; quel che in eloquenza non cedette il vanto ad Ibn-Nobāta, e lasciņ modelli di poesia1387.» Dsehebi anzi lo antepone al Cicerone degli Arabi, e come raro esempio aggiugne ch'ei solea porgere dal pulpito un sermone novello ogni venerdģ1388. Ma gli squarci dei versi d'Ibn-Mekki san troppo di predica; ritraggono della natura umana i soli vizii, consigliano la solitudine e l'egoismo, nč escon di vena poetica1389; ond'io dubito ch'ei n'abbia avuta d'oratore.
All'agrume ascetico d'Ibn-Mekki va contrapposta la spensieratezza cavalleresca del segretario Hāscem, che argomentiamo al paro dai versi: i quali due tipi si alternano con poco divario nei poeti arabi di Sicilia.
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