Tra tanti ingegni che onorarono la Sicilia musulmana, pochi si volsero alla Storia. La cronica sola che ci rimanga č scritta in arabico sģ, ma pensata in altra lingua da un cristiano o figliuol di cristiano di Palermo, che visse alla metą del decimo secolo, famigliare forse dei principi kelbiti; chč le date costantinopolitane, lo stile timido, la lingua scarsa, la grammatica volgare, la reticenza dei sentimenti religiosi, la prudenza cortigiana, la brevitą in principio (827) e la diligenza in sul fine (964), ci svelano tutte le condizioni dell'autore, fuorchč il nome1407. La storia di Sicilia d'Ibn-Kattā' č perduta1408. Corse per le mani di pochi eruditi fino al decimoterzo secolo quella del giurista Abu-Ali-Hasan-ibn-Iehia, della quale abbiamo frammenti che illustrano la geografia1409, e sembra tolto anco da quella il caso di Malta nella guerra di Maniace; onde l'autore tornerebbe alla metą dell'undecimo secolo1410: siciliano č da dirsi, per nascita o soggiorno, all'argomento ch'elesse ed alla precisione delle notizie locali. L'etą nč la patria non si scorge d'Abu-Zeid-Gomari, d'origine berbera, autore d'un'altra storia di Sicilia1411. Ali-ibn-Tāher, mentovato di sopra, si versņ nell'antica storia degli Arabi, senza la quale mal si poteano comprendere lor poeti classici1412. Scrisse la Storia d'Algeziras Ibn-Hamdīs da Siracusa1413.
      Ma venendo ai poeti, il numero e la monotonia ci distoglie dal trattar di ciascuno partitamente; se non che i maggiori nell'arte o che svelino le condizioni e costumi del paese.