1542 Le croniche degli Abbadidi registrano con superstizioso terrore il caso del Musico Siciliano, cosė il chiamano, condotto agli stipendi di Mo'tadhed. Il quale sendosi fitto in capo (1068) che sovrastassegli la morte e la ruina di sua casa, volle cavar augurio dai versi che a sorte gli fossero recitati; fatto venire il Musico Siciliano e seder seco con grandi onori e carezze, e richiestolo di cantare, venner detti al Siciliano cinque versi, che incominciavano:
Consumiam le notti, sapendo ch'esse ci debbono consumare;" ed appunto a capo di cinque giorni il principe si morė1543.
Aggiugnendo i nomi rassegnati in questo capitolo a quei che notammo nel capitolo XI del terzo Libro, si hanno (salvo il raddoppiamento di qualche nome che non ci sia venuto fatto di chiarire) a un di presso centoventi Musulmani di Sicilia e una dozzina di stranieri dimoranti nell'isola, che segnalaronsi nelle scienze e nelle lettere sino al fin della dominazione musulmana. Il quale abbozzo, disteso la pių parte senza conoscer le opere, su i cenni solamente di autori arabi, č imperfetto di certo; pur adombrerā la cultura della Sicilia in quei tempi, supposta anzichč conosciuta quand'io mi accinsi a coteste ingrate ricerche. Pervenuti che saremo, nel sesto Libro, ai letterati e scienziati che rimasero fino ai tempi di Federigo, mi proverō a indagare la parte che si debba attribuire ai Musulmani nel risorgimento degli studii in Italia.
CAPITOLO XV.
Copiose abbiam visto le sorgenti della ricchezza; coltivati i comodi sociali; svegliati ingegni vaghi di scienze e d'ogni maniera di lettere; gli uomini ad uno ad uno non mentire al valor del sangue arabico, greco nč italico, non ignorar arte nč stromento di guerra che appartenesse a que' tempi.
| |
Abbadidi Musico Siciliano Musico Siciliano Siciliano Libro Musulmani Sicilia Sicilia Libro Federigo Musulmani Italia
|