IV.
      134 Baiān, tomo I, p. 115. Aggiugne il cronista che Ibrahim trovņ con maraviglia il cuore confuso (leggo nel testo fānian) col fegato, e irsuto di peli. In Sicilia si dice d'uom tristo e vendicativo ch'abbia il cuor peloso; il quale pregiudizio o la frase puņ ben venire dagli Arabi. Quanto ai movimenti convulsivi che si narrano di Ibn-Semsāma, non mi sembrano pił meravigliosi di quei che la storia ricorda di tanti altri decapitati; nč parmi strano che vi concorra il proponimento fermatosi in mente da un uomo nell'atto di ricevere il colpo mortale.
      135 Confrontinsi il Baiān, tomo I, p. 126 e 127, e Nowairi, op. cit., pag. 436 seg. Entrambi citano Ibn-Rakīk, cronista affricano del X secolo, e il Baiān aggiugne aver trovato cotesti fatti anche in altri autori. Ibn-Abbār, MS. citato della Societą Asiatica di Parigi, fog. 35 recto, solo narra il fatto delle donne incinte sparate per cavarne il feto, dicendo che seguģ l'anno 283 (896-897) e conchiudendo con la esclamazione: «enorme peccato contro Iddio, ch'ei sia esaltato.» Immediatamente appresso cita Ibn-Rakīk per uno aneddoto relativo alla deposizione di Ibrahim. In generale per la vita di questo tiranno si veggano i tre scrittori or citati e Ibn-el Athīr, Ibn-Kaldūn, e gli altri compilatori che pił o meno ripetono gli stessi fatti. La pił parte del racconto di Nowairi era stata tradotta, prima di M. De Slane, da M. Des Vergers, nelle note a Ibn-Khaldūn, Histoire de l'Afrique et de la Sicile, pag. 138, seg.
      136 Martirio di San Procopio vescovo di Taormina, cavato dalla Traslazione del corpo di San Severino alla cittą di Napoli, presso Gaetani, Vitę Sanctorum Siculorum, tomo II, p. 60, seg.; e presso Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, tomo I, parte II, p. 269. L'autore č lo stesso della cronica dei Vescovi di Napoli, come lo prova il Muratori nel tomo citato del Rerum Italicarum, pag.