Non ostante la inesattezza della narrazione, č evidente che si tratti di Abu-Sa'īd ch'avea forse quell'altro nome, berbero, com'ei mi suona all'orecchio.
321 Confrontinsi; Chronicon Cantabrigiense, Ibn-el-Athīr, Baiān, Nowairi, Ibn-Khaldūn, Histoire de l'Afrique et de la Sicile, ll. cc. Il Rampoldi, tomo V, anni 914, 915, 916, 917, rimpastņ e trinciņ a modo suo tutti questi avvenimenti, tolti dalla Cronica di Cambridge e da Nowairi. Il Martorana, tomo I, p. 81, e il Wenrich, lib. I, cap. XI, § 103, han fatto d'un solo due capitani: Musa-ibn-Ahmed, e Abu-Sa'īd-Aldhaif; e il Wenrich ha fatto venire bi Sicilia il primo nel 913, e l'altro nel 916.
322 Confrontinsi: Chronicon Cantabrigiense, Ibn-el-Athīr, ll. cc.
323 Si vegga la nota a p. 68, 69, di questo volume. Il mare dell'antico porto si č ritirato notabilmente in pochi secoli; sia per sollevamento del suolo, sia per alluvione del fiume Papireto, sia per l'uno e per l'altro insieme. L'anno 972, quando venne in Palermo Ibn-Haukal, il gran porto giacea nel quartiere delli Schiavoni (chiesa di San Domenico, contrada del Pizzuto ec.), e l'arsenale, alla Khālisa, cittadella fabbricata dai Fatemiti il 937; la quale, dice Ibn-Haukal, era circondata dal mare, fuorchč dalla parte di mezzogiorno. Indi č evidente che le acque occupavan quella che si chiama tuttavia "Piazza della marina" ancorchč pił non guardi il mare. Fazzello afferma che al principio del XVI secolo, tirando gagliardi venti di tramontana, le onde batteano una porta della cittą e allagavan la piazza contigua, e che ciņ non avveniva pił quand'egli scrisse, cioč verso il 1530. (De rebus siculis deca l, lib.
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