570 Il Martorana, tomo I, p. 100, e il Wenrich, lib. I, cap. XIV, § 128, p. 164, interpretano che i trenta fossero iti a far professione di rito sciita. Ma le parole della Cronica che ho citato portano piuttosto ad affiliazione alla setta ismaeliana. Il giuramento non occorrea per la esaltazione del principe, riconosciuto in Sicilia da parecchi anni. Nè giuramento poi, nè solenne professione si facea del rito sciita; il quale, differiva dall'ortodosso in una frase dell'appello alla preghiera e in pochi punti di dritto, e però la pratica di quello dipendea dagli oficiali del governo, nè i privati ci avean che fare. D'altronde si è già notato quanto agognasse la novella dinastia a far proseliti alla setta ismaeliana. Veggasi Libro III, cap. VI, p. 136, 137.
571 Nell'originale "rifinava". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]
572 Cronica di Cambridge, l. c. La voce che traduco "stipendii militari" si potrebbe leggere in altro modo, e significherebbe "acquisti." Ma qui tornano a sinonimi; perchè, non essendovi per anco terre da dividere, il principe non potea donarne di quelle dello Stato, ma solo assegnare temporaneamente le entrate di esse. Veggasi il Libro III, cap. I, p. 16, seg., di questo volume.
573 Cronica di Cambridge, l. c.
574 Abulfeda, e Ibn-abi-Dinâr, ll. cc. S'intende ch'essi non fanno motto dei pensieri ch'io attribuisco a Moezz, ad Hasan ed ai nobili Siciliani.
575 Nowairi citato da Quatremère, Vie de Moëzz nel Journal Asiatique, IIIe série, tomo II, p. 420.
576 D'Ohsson, Tableau de l'empire ottoman, libro II, cap.
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