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      652 Confrontinsi: Ibn-Khallikan, l. c, e le autorità date da M. Quatremère, op. cit., p. 40 seg.
      653 Il testo ha qui la voce milla, "credenza religiosa."
      654 Ibn-Hammâd, MS. di M. Charbonneau, fog. 8 verso e 9 recto. Quest'atto è segnato di scia'bân 358 da "Giawher segretario, schiavo del principe dei Credenti ec." E l'amân è accordato a tutto il popolo del Rîf e del Sa'îd, ossia basso ed alto Egitto. Credo che il testo risponda a quello che M. Quatremère ha tolto dal MS. Leyde del Nowairi e datone il principio nell'op. cit., p. 41 a 43; quantunque manchino nella versione i patti importanti di cui io fo parola. Da questi si vede che i Fatemiti non vietavano affatto il rito sunnita, e che si limitavano ad innovare la formola dell'appello alle preghiere, sì come ho notato in questo volume, p. 131, 136, lib. III, cap. VI.
      655 Ibn-Hammâd, fog. 8 verso; Quatremère, op. cit., p. 51, 56.
      656 Quatremère, op. cit., p. 48.
      657 Ecco, secondo Makrizi, l'iscrizione in giro della cupola sul primo portico: «In nome di Dio ec. Edificata per comando del servo e amico di Dio Abu-Temîm-Ma'dd-Moezz-li-din-Allah principe dei Credenti (sul quale e sugli egregi suoi progenitori e discendenti siano le benedizioni di Dio), e per opera del servo di esso principe, Giawher il segretario siciliano, l'anno 360.» Biblioteca arabo-sicula, p. 669-670.
      658 Quatremère, op. cit., p. 57, 82, seg.
      659 Quatremère, op. cit., p. 51, 63, 69, seg.
      660 Si veggano i molti fatti che provan questo, nel Riâdh-en-Nofûs, fog.


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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