92 verso, 93 verso, 98 verso ec., e le altre citazioni di questo MS. che ha fatte M. Quatremère, op. cit., p. 13 seg. Non intendo dire delle cagioni del trasferimento della sede in Egitto, su la quale il concetto mio è al tutto diverso.
661 Ibn-el-Athîr, MS. C, tomo V, anno 358, fog. 367 recto. Il nome del capo era Abu-Kharz o Abu-Kherez della tribù di Zenata, e i suoi seguaci delle due sètte sifrita e nakkarita. Nei MSS. d'Ibn-Khaldûn è chiamato Abu-Gia'far: Histoire des Berbères, versione, tomo II, pag. 548, Appendice. Si vegga anche Quatremère, op. cit., p. 62.
662 Per Sanhâgia si vegga Ibn-el-Athîr, MS. C, tomo V, anno 361; per Kotama, Makrizi, citato da M. Quatremère nella detta opera, p. 30.
663 Ibn-el-Athîr, l. c.; Bekri e Ibn-Khaldûn citati da M. Quatremère, stessa opera, p. 86, nota 1. Indi è venuto, come avverte questo dotto orientalista, l'errore di un supposto viaggio di Moezz nell'isola di Sardegna. Si vegga anche Wenrich, Commentarii, lib. I, cap. XIII, § 113.
664 Ibn-Khallikan, versione inglese di M. De Slane, tomo I, p. 340, seg.
665 Quatremère, op. cit., p. 87, da Makrizi. Si vegga nel presente volume, pag. 237, nota 2.
666 Ibn-el-Athîr, anno 361, MS. C, tomo IV, fog. 370 recto e verso, e tomo V, fog. 10 verso.
667 M. Quatremère, op. cit., p. 88, secondo Makrizi, dice i capi. Parmi si debba intendere di qualche capo; poichè si trattava certamente dei mercenarii e delle milizie arabe; non già della vera forza, cioè la tribù di Sanhâgia, la quale avea gli ordini militari suoi proprii.
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