Ognun poi vede che i cronisti d'Egitto sotto i Fatemiti sosteneano il dritto della dinastia, e quei d'Affrica sotto gli Zīriti, gią scioltisi dall'obbedienza all'Egitto, voleano fare risalire l'independenza fino ai primi principii del governo zīrita.
672 Ibn-el-Athīr, anno 361, MS. C, tomo IV, fog. 370 recto, e tomo V, fog. 10 recto, con le varianti che ho notato nella Biblioteca Arabo-Sicula, p. 267 del testo.
673 Nowairi, presso Di Gregorio, Rerum Arabicarum, p. 19.
674 Nowairi, l. c. La frase che il Di Gregorio stampņ erroneamente nel testo, e tradusse ut earum edificia disficerent, va corretta "onde entrambi (Abu-l-Kasem e Gia'far) posero il campo tra le due cittą." Cosģ anche l'ha spiegato M. Quatremčre, op. cit., p. 68. Č supposizione mia che si attribuisse tal provvedimento ai doni dei Bizantini; ma se no, perchč accoppiar quei due fatti?
675 Nowairi, l. c.; Abulfeda, Annales Moslemici, an. 336; Ibn-abi-Dinār, MS. di Parigi, fog. 38 recto.
676 Abulfeda e Ibn-abi-Dinār, ll. cc.
677 Quatremčre, op. cit., p. 84.
678 Makrizi, Mokaffa, MS. di Leyde, tomo I, sotto il nome di Mohammed-ibn-Hasan-ibn-Ali etc., detto il Siciliano. Il biografo aggiugne che ammalatosi costui al Cairo, Moezz l'andava a visitare, e che venuto a morte del 363 (973-4) lo compose egli stesso nel feretro, e recitņ la prece sul cadavere. Questo Mohammed era nato il 319 (931), e perņ prima della venuta del padre in Sicilia.
679 Si confrontino: Nowairi, Abulfeda, Makrizi e Ibn-abi-Dinār, ll. cc., ma l'ultimo sbaglia la data.
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