Linee 5, 6, 7, 8, 9: e che si ricordasse in quelli il suo nome, lodan lui mattino e sera (v. 37) uomini [cui] non distoglie traffico né vendita dal ricordare Dio, far la preghiera e pagar la limosina; tementi quel giorno in cui saranno confusi i cuori e le viste. - Reinaud.
Linea 12. (Sur. II, v. 256.) Non [v'ha] Dio se non Lui, il Vivente, il Sempiterno. - Tychsen.
Varie parole delle linee 4, 6, 7, 8, di Martinez rispondono alle linee 6, 7, 8, 9 di Fazzello; e mostrano viemeglio quanto i disegni di questo storico sieno più esatti che quelli del Martinez.
713 In numeri tondi, i beccai, i loro garzoni, gli impiegati nei macelli, e i venditori di interiora, con le famiglie, ragionate a cinque teste per casa, sommavano nel 1844 a 2000. La popolazione era circa 200,000. Ma la cifra di 700,000 che avremmo con tal proporzione nel 972 dèe scemarsi per le cause seguenti: 1° la istituzione dei macelli pubblici, che diminuisce oggi il bisogno di molte braccia; 2° la maggiore consumazione di carne da supporsi nella capitale della Sicilia musulmana, mentre le classi meno agiate, nelle presenti condizioni lagrimevoli della città, mangian carne poco o punto; 3° i giorni di magro ai quali non erano astretti i Musulmani; 4° la poligamia, la quale, se a lungo andare fa più mal che bene, pure in un periodo di ricchezza crescente poteva aumentare la proporzione da 5 a 6 o 7 a famiglia, però dare minor numero di capi di casa ossia minor numero di botteghe a numero uguale d'individui. Per queste considerazioni pongo che il numero d'anime dell'arte, stesse al numero d'anime della città come uno a cinquanta, non come uno a cento ch'è in oggi; e metto in conto dalle 5 teste a famiglia anche i bambini lattanti che Ibn-Haukal di certo non vide nelle 32 file (i numeri sono scritti non già accennati in cifre) di circa 200 persone ciascuna, che assisteano alla preghiera.
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