821 Tigiani, Rehla, MS. di Parigi, Suppl. Arabe, 911 bis, fog. 16 recto.
L'autore tolse questo squarcio da Ibn-Rescîk.
822 Quell'anno Iûsuf paralitico surrogò il figliuolo al dir delle croniche. Ma dalla misura delle lodi che si dispensano a lui ed a Gia'far, mi sembra che Iûsuf, senza lasciare per anco il governo, si fosse associato il figlio nel titolo soltanto.
823 Il 10 del mese di dsu-l-higgia, grande solennità appo i Musulmani di rito malekita. È anche delle feste che si celebrano alla Mecca alla fine del pellegrinaggio, e però nel poema si dice tanto del pellegrinaggio.
824 Kodhâ'a è un dei ceppi della schiatta himiarita, alla quale appartenea la tribù di Kelb.
825 Così chiamano i poeti le lance sottili e dritte, dal nome di Rodeina, moglie d'un celebre armaiuolo di Bahrein.
826 I devoti greci del medio evo, per falsa interpretazione d'un testo, teneano a peccato di tosarsi, onde i Longobardi e i Franchi li derideano fino al XII secolo, come qui fa il poeta musulmano.
827 Ibn-Khallikân, edizione del Wüstenfeld, fasc. X, p. 28, seg. Questa Kasîda ha 61 versi più che doppii de' nostri endecasillabi. Come ognuno comprende, non ho fatto la traduzione litterale nè anche di tutti i versi che giovano all'argomento nostro; ma ho raccolto le frasi più significative, trasponendole talvolta, troncando molte imagini, e nessuna aggiugnendone. Debbo avvertire che il passo "gli è forza smettere l'idolatria" risulta da una bella correzione che ha fatta il professore Fleischer alla p. 640 della mia Biblioteca Arabo-Sicula dove occorre il verso: "Tu li hai percosso in lor famiglie, sì che li hai fatto rimaner soletti; e nei loro riti, sì che hanno lasciato il culto degli idoli.
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