I fasti di Aroldo il Severo (Harald Haardraade) si leggono nella raccolta delle Saghe intitolata: Scripta Historica Islandorum, tomo VI, (Copenhagen, 1835, in 8°), p. 119 a 161, e nell'opera di Snorro Sturleson, autore islandese della fine del XII e principio del XIII secolo, intitolata: Heimskringla or Chronicle of the Kings of Norway, versione inglese di Samuele Laing, Londra 1844, in 8°, tomo III, pag. 1 a 16, saga IX, cap. I a XV. Aroldo, fratello uterino di Olaf il Santo re di Norvegia, combattè con valore, giovanetto di 15 anni, nella battaglia di Stiklestad (1030), ove il re fu morto ed egli gravemente ferito. Nascoso da fedeli partigiani, andò a corte di Iaroslaw 1° principe di Russia, dal quale umanamente accolto, militò con lode su i confini di Polonia. Chiesta in isposa Elisabetta figliuola del re, Iaroslaw gli fece intendere che forse gliela darebbe quand'avesse acquistato terreno e danaro. Aroldo pertanto andossene a cercar ventura con la spada. (Tuttociò sembra di buon conio. S'allega l'autorità d'Aroldo stesso e de' contemporanei; un dei quali dicea averlo visto giovanetto con un bel saio rosso, sembiante regio e marziale, volto pallido, folte sopracciglia, gesti un po' violenti ma rattenuti.)
Andò a combattere in Polonia, Germania, Francia e Italia; donde passò a Costantinopoli con una compagnia di ventura, sotto il mentito nome di Nordbrikt; perchè gli imperatori non volean tra i Varangi uomini di sangue reale. (Autorità vaghe o non citate. La peregrinazione da venturiere in Germania, Francia e Italia sembra favolosa.
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