Io ho citato di sopra alcuni documenti allegati dall'uno e dall'altro, e, com'č naturale, ho tenuto presenti le ragioni pro e contra, ma non posso qui esaminarle partitamente.
1017 Nel Mo'gem-el-Boldān di Jakūt, Biblioteca arabo-sicula, testo, p. 117.
1018 Presso Pirro, Sicilia Sacra, p. 617, nella notizia della Chiesa siracusana. Il comento si trova non solo nei fatti che abbiamo esposto, ma anche in un diploma di re Ruggiero dato il 6642 (1134), il quale attesta la sollecitudine del padre a liberare dagli Agareni la Sicilia e i suoi abitatori cristiani; presso Pirro, p. 975.
1019 Questo supposto č del Martorana, Notizie storiche, tomo II, p. 68 a 73; il quale non so se vi sia stato condotto dal Rampoldi che sognņ una tregua di tre anni tra i Musulmani e i Bizantini di Sicilia, dopo la partenza di Maniace. Si vegga la risposta del Martorana, p. 16, nota. Il Martorana cadde in errore, credendo che l'appellazione di Greci, sģ frequente in Sicilia nello XI e XII secolo, non dinotasse i Siciliani di linguaggio greco, ma necessariamente si dovesse riferire a gente venuta di fresco dalle province bizantine.
1020 Si vegga il Lib. II, cap. XII, p. 476 seg. del primo volume.
1021 Questa cronica in forma di lettera di Fra Corrado, priore del convento domenicano di Santa Caterina in Palermo, ha una data che risponde al 1290. Si vegga presso Caruso, Bibliotheca Historica regni Sicilię, tomo I, p. 47, questo cattivo compendio di fatti dal 1027 al 1282, del quale non conosciam tutte le sorgenti ed alcuna si potrebbe supporre versione inesattissima dall'arabico.
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